Palazzo delle Poste

Nome attuale: Palazzo delle Poste
Nome originale: Palazzo delle Poste e Telegrafi e Palazzo dei Telefoni (o della TIMO – Società telefoni Italia medio orientale)

Città: Cesena
Frazione: centro storico
Indirizzo: Palazzo delle Poste e Telegrafi: piazza Della Libertà 7, 8 e 9; Palazzo dei Telefoni: piazza Della Libertà 4, 5 e 6

Anno di realizzazione:  Palazzo delle Poste e Telegrafi: 1957-1958; Palazzo dei Telefoni: 1955-1956
Progettista: Palazzo dei Telefoni – Ufficio tecnico della TIMO Bologna
Committenza: Palazzo delle Poste e Telegrafi – Poste e Telegrafi; Palazzo dei Telefoni: TIMO
Stile architettonico: Razionalismo con richiami allo stile Eclettico

Interno visitabile: in parte
Note: le facciate mantengono l’aspetto originale

Il palazzo delle Poste di Cesena in un’immagine moderna.

Se l’odonimo di piazza Della Libertà rappresenta un netto rifiuto al regime totalitario, altrettanto non si può dire per alcune delle architetture che la circondano. In particolare per il Palazzo delle Poste: sia per l’aspetto che per il metodo con cui fu inserito nel tessuto urbano. L’immobile fu infatti innalzato nella seconda metà degli anni Cinquanta, ma mantenne un chiaro retaggio dell’architettura del Ventennio. Inoltre per far spazio alla nuova costruzione fu applicata la logica del piccone demolitore di mussoliniana memoria. La pratica di demolizione fu ampiamente utilizzata anche nel dopoguerra, ma con una valenza di natura maggiormente economica. Durante il regime, infatti, ogni edificio che rappresentava lo Stato/partito, doveva essere collocato in posizioni strategiche della città. A prescindere dai palazzi che sarebbero stati abbattuti. L’ideale si sarebbe raggiunto creando attorno al nuovo fabbricato una zona libera da costruzioni, in modo da realizzare un coreografico sagrato. Erano operazioni politico/edilizie molto costose. Soprattutto culturalmente. Ma tanto valevano i “simboli” della propaganda fascista.

Bordate in nero le demolizioni effettuate per la costruzione dei palazzi delle Poste, dei Telefoni e per la sistemazione dell’attuale piazza Della Libertà. “Pianta topografica della città di Cesena”, 1936. Stralcio. Elaborazione grafica.

L’aspetto attuale di piazza Della Libertà è dunque frutto di una “pianificazione urbanistica” che si praticò in tutta la Penisola a partire dagli anni Cinquanta. Una politica che prevedeva lo sventramento del centro storico a favore dell’utilizzo sempre più massiccio dell’automobile avvalendosi, in casi frequenti, di strumenti urbanistici o progetti approvati durante il regime fascista. Sul sedime dell’odierna piazza Della Libertà sorgeva un ex convento che ospitava diversi uffici pubblici e negozi come la Prefettura, la TIMO e le Poste. Ma non fu l’unico immobile di pregio ad essere atterrato. A farne le spese fu anche il bellissimo palazzo nobiliare “Venturelli-Mori”. Un’ulteriore zona edificata a nord della piazza si salvò dall’annunciato annientamento.

Il palazzo delle Poste di Cesena in un’immagine degli anni Settanta.

Anche se i nuovi palazzi delle Poste e della TIMO furono costruiti nella seconda metà degli anni Cinquanta, la loro figura fu visibile alla popolazione solo nel 1960 quando, al termine dei lavori, fu abbattuto ciò che rimaneva delle antiche facciate. Quello che apparve fu un disegno in stile Razionalista ma con particolari che appartengono più al ricorrente stile Eclettico. Vista la struttura architettonica, i goliardi cesenati, più che mai attenti, descrissero così il nuovo paesaggio urbano: carico di ventennale nostalgia: una primavera tanto cara all’estro estetico di Benito.

Il palazzo delle Poste di Cesena in una foto aerea.